Maestro Spazzacamino

MONOSSIDO DI CARBONIO “il killer silenzioso“

AMBIENTE E SICUREZZA


UTILIZZO CORRETTO DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA LEGNOSA



MAESTRO SPAZZACAMINO Lorenzo Bezzi
Abilitato legge 46/1990 – Associato ANFUS Assoc. Naz. Fumisti e Spazzacamini





IL MONOSSIDO DI CARBONIO

Il monossido di carbonio (CO) è un gas incolore, inodore, insapore, non irritante; l’assenza di caratteristiche organolettiche lo rendono quindi un pericoloso e silenzioso killer.
Per quanto se ne parli, a causa di una generalizzata disinformazione, si ritiene erroneamente che l’assenza di odore di gas rappresenti sempre una condizione di sicurezza. Inoltre i primi sintomi vengono spesso ignorati in quanto l’esposizione a monossido di carbonio non dà inizialmente segni evidenti.
Le persone presenti in un locale chiuso che si va saturando di CO, anche ammesso che per un qualche presentimento sentano che qualcosa di insolito stia loro succedendo, non hanno la chiarezza di dover reagire, ne sanno cosa fare. Questo perché, purtroppo, i primi sintomi da intossicazione da CO sono generici: un leggero mal di testa, un po’ di affanno, sensazione di vertigini, uno stato di confusione mentale, generici disturbi alla vista, nausea, vomito. Disturbi tutti che, nel loro complesso, sono anche associabili e riconducibili a diverse e comuni cause, con il risultato che non ci si bada più di tanto.
A meno di non essere già stati raggiunti da una corretta informazione di allerta, di attenzione, del tipo: “se vi trovate in una stanza scarsamente areata, se siete in presenza di stufe, scaldabagni, bracieri e camini accesi, se avete la sensazione che qualcosa vi intorpidisca nell’azione, reagite subito” meglio una tempestiva corsa a spalancare le finestre piuttosto che un sonno senza risveglio.
L’avvelenamento da monossido di carbonio può avvenire per cause accidentali (scaldabagni, stufe, impianti di riscaldamento difettosi, locali con camini e stufe a legna non sufficientemente ventilati) che si producono soprattutto nei mesi invernali perché legate al maggior utilizzo di tali impianti.
Inoltre alle cause interne descritte sopra, possono sommarsi cause esterne quali umidità, temperatura e particolari condizioni climatiche che possono esasperare gli effetti.
Ma anche quando il livello di intossicazione è fortunatamente al di sotto della soglia letale, il monossido di carbonio produce effetti dannosi che di rado vengono riconosciuti e attribuiti ad esso: perdita di memoria, incontinenza urinaria e fecale e sintomi che solitamente si verificano in malattie degenerative neurologiche quali Alzheimer e Parkinson, oltre ad altri gravi effetti neurologici.
Accade talvolta che l’utente si senta del tutto al sicuro contro il monossido di carbonio per aver fatto eseguire la manutenzione del proprio impianto di riscaldamento. Non sempre però queste verifiche sono effettuate con la necessaria scrupolosità e competenza. Il risultato è che l’utente trascura dei sintomi che in circostanze diverse avrebbe potuto allarmarlo e l’intossicazione da monossido di carbonio procede, magari lenta ma inesorabile.

Tre le operazioni indispensabili da compiere:
•L’accurata verifica dell’installazione e funzionamento degli impianti di riscaldamento.
•Il rispetto delle norme di sicurezza.
•L’ispezione regolare del sistema di areazione e del tiraggio dei camini.





I RILEVATORI DI MONOSSIDO DI CARBONIO

I rilevatori di CO sono strumenti di costo contenuto che producono con precisione e affidabilità un allarme anche per basse concentrazioni di CO (220 particelle per milione).
Intervengono con segnalazioni luminose o acustiche, oppure possono essere previsti per attivare una ventilazione forzata, per esempio tramite un estrattore l’aria. In pratica però, come è stato rilevato presso un centro di pronto intervento per intossicata da CO, può succedere che l’utente spenga il rilevatore perché infastidito dalle troppo frequenti e ripetute segnalazione che, a suo parere risultano ingiustificate dato che nella stanza “non c’erano ne odori ne erano visibili cause d’allarme”.


PERCHE’ IL MONOSSIDO DI CARBONIO E’ COSI’ LETALE?

Il CO presenta un’affinità per l’emoglobina 2/300 volte maggiore rispetto a quella per l’ossigeno così che i globuli rossi del sangue – che hanno il compito di trasportare e rilasciare ossigeno ai tessuti – in presenza di monossido di carbonio vengono pesantemente limitati nella loro funzione di trasportatori di ossigeno. I globuli rossi fungono come dei contenitori: in condizioni normali raccolgono ossigeno per distribuirlo ai tessuti corporei, ma quando in circolazione c’è il monossido di carbonio esso li “sequestra” riempiendoli ed impedendo il trasporto e la libera circolazione dell’ossigeno. Le conseguenze a danno dei principali organi (cervello, cuore, ecc) che se ne nutrono per funzionare e sopravvivere possono essere molto gravi.


ASSUNZIONE CRONICA DI MONOSSIDO DI CARBONIO E DANNI PERMANENTI

Possono verificarsi esposizioni ad alte concentrazioni di CO oppure basse concentrazione ma per lunghi periodi di tempo che danno luogo a fenomeni di accumulo. Già a 200 particelle per milione si possono produrre sintomi quali mal di testa o leggera nausea, secondo la sensibilità individuale delle persone esposte; a 600 particelle per milione sono probabili svenimenti, a 800 particelle per milione si è già in pericolo di vita, ma ancora non c’è cognizione di cosa stia succedendo.
Oltre agli utenti degli impianti di riscaldamento, vi sono certe categorie di lavoratori che risultano esposte ai danni del monossido di carbonio: vigili del fuoco, addetti ai forni delle acciaierie, vigili urbani e altre ancora.
Gli organi maggiormente colpiti sono il cervello e il cuore, poiché necessitano di molto ossigeno e dunque sono i più sensibili alla sua mancanza ed i primi ad essere colpiti dall’avvelenamento da CO. L’esposizione prolungata produce perdita di coscienza, palpitazioni, insufficienza respiratoria, convulsioni e nei casi più gravi la morte.
I pazienti che giungono in Pronto Soccorso hanno una prognosi variabile in relazione all’età, alla gravità dell’intossicazione, alle condizioni cliniche preesistenti, ecc..
Un danno da prolungata esposizione può generare una serie di danni permanenti tipo amnesie, disturbo nella deambulazione, depressione, mutismo, tremori e a carico di altri organi tra cui miocardio e reni.





COME SI SOCCORRE UN INTOSSICATO DA MONOSSIDO DI CARBONIO?

Ecco le principali azioni da eseguire nel più breve tempo possibile:
•Areare immediatamente l’ambiente e allontanare subito la persona colpita facendo attenzione a non compromettere la propria incolumità.
•Somministrarle subito ossigeno ad alta concentrazione.
•Chiamare un Pronto Soccorso medico.
•La camera iperbarica è il trattamento principale e spesso risolutivo dell’intossicazione da monossido di carbonio.



(Tratto dall’articolo di Alba Tegelli – pubblicato su GT – il giornale del termoidraulico – giugno 2001)